Il Governo e il Commissario Straordinario per Bagnoli-Coroglio hanno siglato un Protocollo d’Intesa che promette un nuovo futuro per il comprensorio flegreo, attraverso ambiziosi interventi di risanamento ambientale e rigenerazione urbana.
Negli ultimi tre anni, la Soprintendenza archivistica, in collaborazione con Fintecna e il Commissariato straordinario, ha avviato un importante progetto di preservazione del passato industriale dell’area. Particolare attenzione è stata dedicata all’Archivio storico dell’Ilva, che comprende 5 km lineari di documenti. Questo progetto ha permesso la messa in sicurezza, l’ordinamento e l’inventariazione delle carte, oltre alla digitalizzazione e metadatazione di oltre 35.000 fotografie, che raccontano la storia del più grande complesso siderurgico del Mezzogiorno.
L’archivio, ora inscatolato in 7.100 contenitori e trasferito da via Coroglio a una sede idonea per la lavorazione, custodisce documentazione tecnica e amministrativa prodotta nel corso degli anni. Questi documenti riflettono le varie trasformazioni societarie: ITALSIDER, ITALSIDER S.p.A., Nuova Italsider, Ilva S.p.a., Bagnoli S.p.A., e Bagnolifutura S.p.A.
Dalla fine del 2023, grazie al supporto di Fintecna e sotto la vigilanza della Soprintendenza archivistica, sono in corso attività di ricognizione, schedatura e inventariazione. Questi lavori sono stati preceduti da operazioni di spolveratura e sanificazione dei materiali.
Di particolare rilevanza è il fondo videofotografico dell’Archivio, che comprende oltre 25.000 fotografie, 7.000 diapositive, 51 album, 44 pellicole cinematografiche, 23 nastri videomagnetici e migliaia di negativi. Questi materiali, che testimoniano gli oltre 80 anni di attività dell’acciaieria flegrea, sono stati oggetto di interventi di restauro, riordino, descrizione e digitalizzazione, grazie a un finanziamento della Direzione Generale Archivi.
L’archivio rappresenta una fonte insostituibile per lo studio dell’evoluzione tecnologica degli impianti, e conserva anche preziose testimonianze della vita degli operai e delle loro famiglie, delle attività del dopolavoro, degli asili e delle colonie estive.
Entro l’autunno del 2024, dopo circa 25 anni di chiusura e abbandono, questo straordinario patrimonio documentario sarà finalmente restituito alla comunità, rappresentando una risorsa inestimabile per la memoria storica e culturale del territorio.