AL VIA INCONTRI IN FONDAZIONE: QUANDO LA STORIA CEDE ALL’IDEOLOGIA
AL VIA INCONTRI IN FONDAZIONE: IL 27 CONFRONTO CON AYUSO SU STORIA E IDEOLOGIA
Riparte il ciclo di incontri pubblici della Fondazione Banco di Napoli. Mercoledì 27 febbraio 2019 alle ore 18, nella sede di via Tribunali 213, si terrà una conferenza sul tema “Quando la storia cede all’ideologia” con Miguel Ayuso, Professore Ordinario di Diritto Costituzionale alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Universidad de Comillas di Madrid. Presenterà il professore Orazio Abbamonte, responsabile attività culturali della Fondazione Banco di Napoli. Con questa conferenza di Miguel Ayuso – noto ed impegnato costituzionalista spagnolo, con interessi culturali diversificati, ampliati da una solida dimensione filosofica – la Fondazione Banco di Napoli intende dare avvio ad una serie di riflessioni sull’uso politico della Storia. Il fenomeno della deformazione della verità fattuale, nei limiti in cui è possibile che questa si dia, accompagna l’attività storiografica dai suoi primordi ed ha visto nell’antichità coinvolti nomi del calibro di Tucidide, Tacito, Svetonio e tanti altri. È un dato constatativo in certa misura inevitabile, quando si consideri che la ricostruzione storica è sempre e senza alternative frutto dell’interpretazione che degli avvenimenti fornisce lo storico: il quale, anzi, interpretando quello che le fonti del passato mantengono ancora conoscibile, contribuisce in maniera decisiva a costruire lo stesso fatto storico. Insomma, la storiografia è certamente un’attività creativa e questo comporta inesorabilmente che lo storiografo lasci indelebili le tracce del suo passaggio, nel dar forma al passato con i suoi convincimenti, le categorie del suo giudizio. Se queste osservazioni sono ormai comuni all’epistemologia contemporanea non ingenua, è anche vero che s’è assistito nel tempo a vere e proprie deformazioni di dati elementari, quelli che sono stati chiamati i fatti elementari, la cui oggettività si colloca ad un livello molto elevato e rispetto ai quali lo storico ha un compito più di rilevazione che di ricostruzione. Quando queste deformazioni accadono – certo, anche sul ‘quando’ è possibile discettare – forse è lecito non parlare più di attività storiografica ma di mistificazione. Una mistificazione che può avere ragioni anche molto serie, alla quale difficilmente è estraneo il desiderio presente in molti di creare una memoria la più possibile corriva all’ideale attuale, quello che s’intende veder affermato, generalmente rispondente a visioni unilaterali ed acritiche secondanti gli interessi del gruppo di potere prevalente in un momento storico dato. I capitoli ed i paragrafi dell’uso pubblico della storia sono molti e si sono ripresentati in varie forme nel tempo. Questa conversazione con il professore Ayuso intende sondarne alcuni, prendendo spunto da recenti vicende registrate dalle cronache, per sottoporle ad un apprezzamento critico, che ne faccia emergere implicazioni a vari livelli e che comunque contribuisca alla presa di coscienza su d’un fenomeno che ha visto interessata anche la storiografia sul Mezzogiorno d’Italia.